Non è raro sentire parlare nei media generalisti di fondi hedge o di hedge funds.
Come dice il nome, questo è un fondo coinvolto in una strategia di hedging.

Citando borsa italiana:
“L’hedging e’ una pratica che consiste nell’effettuare una o piu’ operazioni di copertura per proteggersi dai rischi legati ad un altro investimento. Un soggetto in tal modo ridurra’ o annullera’ il rischio derivante da una posizione aperta.”

Parliamo di hedge funds perchè questi sono spesso corresponsabili della volatilità dei mercati azionari e perchè non sempre è chiaro all’uomo della strada cosa sono, come sono composti e come funzionano.

Ogni hedge funds ha delle regole, imposte dal legislatore di riferimento, che devono essere assolutamente rispettate.
Le regolamentazioni variano da paese a paese, come la percentuale di investitori accreditati o il tipo di investimenti che possono essere fatti. In più ogni fondo ha una regolamentazione interna per gestire al meglio la propria esistenza.
Generalmente agli hedge funds del mondo occidentale è permesso di acquistare tutti gli asset finanziari riconosciuti dai propri enti regolatori. Ma vi consiglio di controllare specificatamente la regolamentazione del vostro paese di residenza per non incappare in errori prima di investire.

Capita molto spesso che negli hedge fund il creatore e gestore investa una grossa fetta del proprio denaro. Parliamo di qualche milione di dollari, così da spingere altri investitori a fidarsi di lui data la cifra personale particolarmente alta messa in gioco.
Dopo di chè, molto probabilmente ci sarà una cifra minima per investire nel fondo, che potrebbe essere 500.000 o 1 milione di dollari o euro.
In questo modo il gestore avrà una quantità di liquidi sufficiente per investire e avrà a che fare con un basso numero di persone, più facilmente gestibili.
Una delle regole che potrebbero essere decise dal gestore è di bloccare i fondi per un certo periodo di tempo.
In questa maniera il gestore potrà investire la liquidità in strumenti anche molto rischiosi senza avere problematiche di mancanza di fondi a causa di un investitore che vuole uscire dal fondo.
Sempre per questa problematica,il gestore potrebbe aggiungere alle sue regole una finestra temporale limitata per il rimborso del capitale inserito nel fondo, come per esempio una o due volte all’anno
Il gestore avrà una grossa varietà di asset in cui investire, e per coprirsi dal rischio di questi investimenti avrà delle tecniche di hedging andando ad investire su derivati e altri strumenti
Ovviamente il gestore potrà essere sia long che short sugli asset scelti, con un investimento long e un altro short per coprire il rischio del long.
La remunerazione del gestore sarà in percentuale, e potrà essere una piccola percentuale sul versato iniziale con una più grossa percentuale sul gain realizzato(nell’ ordine del 20 30 o 40 per cento)
Ora, una delle mosse più rischiose che può fare il gestore è mettersi in leva finanziaria, ovvero chiedere un prestito ad una banca. Ipotizziamo una leva 5 a 1, con il gestore che ha 10 milioni di dollari in gestione e che riceve 50 milioni da una banca, per un totale di liquidità investita di 60 milioni
Sia la leva finanziaria che la limitata finestra temporale di rimborso sono gli argomenti che più possono preoccupare durante una eventuale crisi o crollo dei mercati.
Nel caso infatti, molti investitori potrebbero preferire rimanere liquidi e non investiti nel mercato, quindi potrebbero richiedere il rimborso.
In questo caso, il fondo dovrebbe liquidare i propri assett molto velocemente.
Questa liquidazione rapida porterebbe il prezzo di mercato a scendere ancora di più, sopratutto se non è solo un fondo a dover liquidare ma un grosso numero di fondi.
Capite che le cifre in gioco sono molto alte e la velocità di vendita deve essere in linea con le richieste degli investitori. L’ uscita dal mercato, se fatta in un momento di panico, potrebbe essere anche molto dolorosa per il portafoglio clienti e ancor più per il gestore con il possibile azzeramento del fondo.