Oggi andremo a parlare di aspetti che stanno dietro agli investimenti e che ne riguardano la psicologia.
Oggi andiamo ad affrontare l’incertezza sull’investire nel mondo finanziario.

L’essere umano è alla perenne ricerca della sicurezza poiché esso è creato a livello genetico naturale per farci sopravvivere. L’avversione al rischio in un ambiente dove possiamo essere uccisi da bestie o condizioni climatiche avverse è quello che ci ha permesso di sopravvivere migliaia di anni fa.
Moltissime persone presentano un’avversione alle perdite innata. Provate a pensare di perdere 20 euro.
In questo caso il dolore sarà maggiore che al piacere di aver guadagnato gli stessi 20 euro.
Questo fa si che queste persone siano totalmente contrarie a certe pratiche che permettono di accrescere il loro portafoglio e cio si scontra col mondo finanziario.
Infatti per avere un ritorno economico interessante bisogna prendersi dei rischi , essendo il rischio il carburante del profitto potenziale.
E’ anche vero che esistono investimenti praticamente a rischio zero come i conti bancari ma che non rendono praticamente più nulla.
Che poi non sono a rischio zero dato che c’è il rischio di fallimento bancario.
Quindi necessariamente bisogna gestire il rischio dell’investimento.

Nel mondo finanziario rischio significa l’esposizione alla possibile perdita di denaro, ovvero la possibilità che i vostri investimenti scendano di valore rispetto al costo di acquisto.
La quantità di rischio a cui siamo disposti ad esporci dipende da vari fattori, uno tra i tanti è dato da quali investimenti abbiamo già in portafoglio e quanto questi sono esposti alla volatilità.
La volatilità indica una indecisione sul prezzo da parte di venditori e acquirenti, equivale certamente ad un maggiore rischio che può essere giustificato dal maggiore guadagno possibile.

Proprio per massimizzare i nostri guadagni e per analizzare il rischio a cui siamo esposti va fatta un’analisi di possibili eventi che potrebbero colpire i nostri investimenti, una sorta di esercitazione a gestire alcuni rischi a cui potremmo essere esposti.

Tra i rischi che possiamo facilmente riconoscere ci sono:
una salita o una discesa dei tassi d’interesse da parte della banca centrale, andando a colpire i prestiti delle aziende
un rischio di credito, con i debitori impossibilitati a pagare le proprie obbligazioni
un improvvisa spinta inflazionista in un paese specifico oppure mondiale.
Un eventuale rischio paese, come accadde con la Grecia o l’Argentina.

Questi ultimi due rischi possono essere inseriti in un grande gruppo che possiamo chiamare rischio di mercato o rischio sistematico.

Questi è un tipo di rischio che può colpire tutte le aziende operanti in un certo paese o mercato.
Parliamo ad esempio di una recessione, che distrugge tutta la capacità di spesa della popolazione oppure la un problema ambientale che mette a repentaglio una specifica industria, come una malattia o un fungo che attacca le piante distruggendole in tutto il mondo.
Entrando maggiormente nei dettagli di uno specifico mercato, ad esempio dell’ Italia, possiamo poi parlare del rischio specifico di una compagnia.
Prendiamo ad esempio Parmalat
Questo tipo di rischio è riferito ad una specifica azienda in un mercato nazionale o internazionale e può essere causato da enormi scandali, oppure dalla comparsa di nuovi competitor internazionali sul mercato interno o ad un nuovo cambio legislativo che va a peggiorare la nostra situazione di mercato.
Ricordate che ogni investimento è sotto questo genere di rischio e che il rischio sistematico è difficile da prevedere nel futuro mentre il rischio specifico è eliminabile tramite la diversificazione.
Potete sempre guardare il nostro video al riguardo.

Ma allora esistono degli assett che non sono soggetti al rischio, quei porti sicuri dove tutti possono rifugiarsi.
Si esistono, si chiamano safe haven in inglese e generalmente il maggiore esponente è l’ oro.
Va comunque ricordato che anche l’oro ha oscillazioni di prezzo e che in caso di crisi potrebbe avere una certa discesa.
Ma qui bisogna capire a quanto ammonta la discesa, ovvero se l’oro scende del 10% in un mercato che si tuffa in un meno 60 o 70 %…

Passiamo ad un altro punto di vista, passando dall’investimento all’investitore.
La psicologia e la preparazione di chi ci mette i soldi nell’investimento sono molto più importanti di quanto si creda. Bisogna comprendere la diversa tolleranza al rischio delle diverse persone che si approcciano al mercato.
Questa tolleranza è data principalmente da due fattori che sono la predisposizione al rischio influenzata dalla propria personalità e dalla propria cultura finanziaria personale, a cui va aggiunta la capacità di gestire le emozioni e la paura di perdere i propri denari.
La gestione dell’ansia e il mantenere la lucidità per gestire al meglio la situazione sono due caratteristiche importantissime. Pensate cosa potrebbe capitare se ci facessimo prendere dal panico ad ogni minima discesa o volessimo portare a casa ogni minimo guadagno.

Altri fattori che possono aggravare questa situazione sono la vostra situazione finanziaria relativa e il vostro orizzonte temporale.
Forse quella discesa non cambierà la vostra vita, ma se avete fatto all in su un solo assett mettendovi sopra i risparmi di una vita la cosa comincia ad essere differente.
La disponibilità finanziaria e il vostro stipendio lavorativo sono due fattori che possono farvi stare più sereni, uniti ad una visione di lungo periodo.
Se pensiamo ad un rete di sicurezza personale come un conto in banca con una buona cifra e un lavoro con un buono stipendio ,una perdita di un 20% si affronta in maniera migliore.
Una visione di breve periodo fa si che si affrontino i rischi e la tolleranza alle perdite in maniera diversa.

I rischi generalmente sono in un lasso tempo ridotto, e i listini generalmente si riprendono dalle crisi facendo nuovi massimi in un lasso di tempo non esagerato.
Un ultimo appunto da fare, anche l’età dell’investitore è importante.
Un anziano difficilmente si metterà in gioco con assett particolarmente pericolosi.
Non focalizzatevi solo sul rischio volatilità, ma sui rischi veri, su quelle cose che sono troppo belle per essere vere e cercate di avere sempre una visione di lungo periodo.
Il rischio è necessario, può essere controllato ma non può essere evitato.