Se un azienda necessita di denaro, una delle vie percorribili evitando di andare ad impantanarsi facendo debiti, o ulteriori debiti, è quella di diventare una Pubblic Company cioè quotarsi in Borsa.
Queste operazioni si chiamano IPO ovvero initial pubblic offering.
Non è propriamente una cosa semplicissimo e anzi ci sono un sacco di passaggi burocratici e tonnellate di documenti da riempire, però per il sentimento popolare una IPO è una dimostrazione di successo aziendale e anche personale da parte del proprietario.
Andiamo a vedere un esempio su come quotarsi sul mercato statunitense.
Passo 1- Investment Banker
Gli investment Banker sono un individuo o un gruppo di individui, che possiamo definire per comodità come “primi investitori”, che aiutano la compagnia in maniera informale a raccogliere capitale iniziale. L’obiettivo è recuperare più capitale possibile, con il banker che si occuperà di tutto ciò che consegue per la promozione della IPO.
Passo 2 – documentazione
Andrà poi redatto un documento di registrazione presso la SEC security exchange commission
questo documento sarà dedicato a tutti i dettagli di funzionamento della compagnia, per spiegare in dettaglio l’operatività, le operazioni, la gestione e il suo finanziamento precedente la operazione di IPO. Andrà quindi creata una carta di identità per le autorità finanziarie.
la SEC ovviamente investigherà per capire se nel documento ci sono informazioni vere oppure false, atte solo a truffare il pubblico. La SEC deve comprendere se la quotazione è fattibile anche in base alla stabilità finanziaria della Compagnia, per proteggere gli investitori.
Se tutto va per il verso giusto, si decide una data di quotazione.
Passo 3 – creare un prospetto informativo
il banker, dopo l’autorizzazione della SEC, dovrà creare un documento per il pubblico con la descrizione dell’azieda, con le sue operatività, gli attuali andamenti e sulle previsioni di operazioni future.
il documento verrà fatto circolare nelle istituzioni che si occupano di ivnestimenti e presso gli investitori più grossi. Questo solo per cominciare a creare interesse
Questo fa creare la cosiddetta indicazione di interesse, per capire quante azioni le persone sono dispote a comprare e a che prezzo
Questo per far si che il prezzo di vendita dell’azione sia ben calibrato quando verranno quotate sul mercato, questo fa si che sia definita anche la allocazione delle azioni, ovvero quante ne vengono vendute
Anche le IPO soffrono l’hype del momento. La nostra azienda potrebbe essere sulla cresta dell’onda ed essere particolarmente di moda, questo si rifletterà sul suo prezzo di quotazione. Una grossa richiesta potrebbe essere un problema per l’investitore medio e un prezzo troppo alto potrebbe non essere un acquisto sensato.
Al contrario, una IPO di un azienda che riceve feedback tiepidi o nulli, può anche essere posticipata proprio perché le previsioni di raccolta sul mercato sono davvero insoddisfacenti.
Le IPO, come ogni operazione finanziaria, hanno dei rischi intrinseci per l’investitore medio. Vanno ben studiate e comprese, soprattutto se ha senso buttarsi a capofitto in un momento di hype.