Cloud Mining
Entriamo nel dettaglio del Cloud Mining.
Il cloud mining è un servizio che permette di minare bitcoin senza possedere l'hardware necessario, ma noleggiandolo tramite contratti con aziende in giro per il mondo.
Il mining di bitcoin come sappiamo è impegnativo e costoso, consuma energia e a volte è persino poco redditizio.
In più, minare profittevolmente oggi, dopo l' halving di maggio 2020 è ancora più difficile dato che la ricompensa per chiudere un blocco comincia ad essere scarsa, e andrà sempre peggio visto come è strutturato bitcoin.
Senza una fonte di energia a basso costo per abbassare i costi di gestione, le mining farm sono spesso in perdita.
Però il cloud mining viene in aiuto alle farm che vendendo proprio contratti di Cloud mining riescono a recuperare fondi per la loro sopravvivenza.
Per molte persone appena entrate nel mondo delle criptovalute e che vogliono diversificare i loro investimenti , i contratti di cloud mining possono essere un possibile strada da percorrere. Limitarsi ad investire il proprio capitale, a volte senza nemmeno impostare le macchine da se, è una strategia da considerarsi rischiosa.
Infatti bisogna partire dal presupposto che per l’utente appena entrato nel mondo cripto, non disponendo dell’attrezzatura adatta, delle necessarie competenze, e di energia elettrica a basso costo, i contratti di cloud mining sono a rischio truffa.
Questi contratti di fatto scaricano parte del rischio dell’investimento della farm sugli utenti che li sottoscrivono, in cambio di una parte degli eventuali profitti.
Questi contratti sono in realtà semplici contratti di noleggio per attrezzatura e gestione per minare coin.
Il possessore e gestore della farm incassa la quota fissa mensile o annuale dei contratti venduti e non tramite la creazione di criptovalute.
Non vi è la necessità di minare bitcoin in realtà, la farm potrebbe in casi di truffa, nemmeno esistere con il gestore che incassa i contratti senza consegnare bitcoin ai clienti perché la farm non riesce a minare a causa della difficoltà di mining.
Le aziende di cloud mining serie esistono, bisogna solo impegnarsi a trovarle essendo però consci dei rischi dell’ investimento.
Bisogna sempre stare lontani da chi vi promette guadagni facili veloci e abbondanti pagando pochissimo.
Se davvero volete investire nel cloud mining, Privilegiate lo studio delle coin e di come settare le macchine.
Cercate contratti dove siete voi a settare i parametri di utilizzo dei computer presi in affitto. Se sarete stati bravi, avrete da festeggiare
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Bitcoin vergini
Parlando di mining, bisogna sapere anche cosa sono i bitcoin vergini.
Un bitcoin vergine è un bitcoin che è stato appena minato o che non ha mai effettuato transazioni sulla blockchain o che ha una storia di transazioni certificata.
Nel mondo delle criptovalute sono avvenute molte truffe a danno degli utilizzatori di bitcoin, mentre altri bitcoin sono stati utilizzati per attività illecite, furti o riciclaggio di denaro.
Essendo la blockchain visibile a tutti, si può risalire alla storia di ogni singolo bitcoin controllandone la cronologia delle transazioni. Cosa che è difficile ma fattibile.
Le autorità di un paese potrebbero tenere d’occhio alcuni wallet con all’ interno bitcoin coinvolti in azioni criminali.
In questo caso, se questi venissero passati sul wallet di qualche exchange, potrebbero essere bloccati o non accettati da parte dell exchange.
Questo può creare delle preoccupazioni e alcuni intermediari finanziari potrebbero non accettare bitcoin di non certificata provenienza.
Ed ecco che un Bitcoin senza transazioni è utilissimo e quindi il suo prezzo sarà più alto rispetto ad un normale bitcoin, nell’ordine del 20 o 30 per cento in più.
La maggiore spinta alla regolamentazione spinge la richiesta di bitcoin vergini.
I Bitcoin senza una storia pulita non sono da considerare sporchi o inutilizzati ma semplicemente non sappiamo quale è stata la loro vita prima di averli nel nostro portafoglio. Vita che potrebbe essere stata estremamente avventurosa
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Blockchain protocols: il punto di vista da investitore
Nei precedenti articoli abbiamo visto che esistono diversi tipi di coin e quindi esistono diversi modi per crearle, o per meglio dire italianizzando il gergo tecnico, minare.
Con diversi protocolli per creare le monete, dal punto di vista dell’investitore abbiamo un'altra caratteristica da dover studiare prima di fare qualunque acquisto.
Infatti gli investitori in criptovalute devono analizzare il protocollo blockchain prima di investire nelle monete.
Gli algoritmi di consenso possono essere la chiave del successo con effetti sui tassi di inflazione, sulla sicurezza e sul valore totale della moneta.
Ma cos'è un protocollo Blockchain?
Lo abbiamo già spiegato nell’articolo sul mining ma andiamo a fare un ripasso.
Un protocollo blockchain è il termine comune per definire i metodi di consenso.
I metodi di consenso sono i diversi sistemi creati per raggiungere il consenso e convalidare le transazioni in una rete blockchain.
Alcuni richiedono ai minatori di detenere monete, altri richiedono hardware per minare come computer o schede grafiche
Sappiamo esistere 3 tipi di consenso che sono:
Proof of work, proof of stake e delegated proof of stake.
Vediamone brevemente alcuni dettagli:
Proof of work: dall'energia al valore
Bitcoin e altre monete usano il Proof of Work (PoW) come algoritmo di consenso.
Nel tipo di consenso PoW, i minatori partecipano alla rete aggiungendo grandi quantità di potenza di calcolo.
I grandi minatori creano impianti di mining fisici, costituiti da diverse schede grafiche in serie, se non centinaia.
Piattaforme più potenti equivalgono a più possibilità di chiudere il blocco successivo e ricevere le monete della ricompensa del blocco successivo
Le Transazioni Blockchain includono anche le commissioni per le transazioni.
Quindi, in questo caso, il minatore deve acquistare un gran numero di ormai rare e costose schede grafiche, spendendo molti soldi prima di guadagnare un singolo bitcoin (o qualsiasi altra moneta).
I minatori possono creare una mining pool per unire la loro potenza di calcolo e aggiungere maggiori possibilità di ricevere ricompense.
Nell economia della proof of work I minatori devono spendere migliaia di dollari per costruire impianti tecnologici di computer e pagare bollette elettriche elevate per Partecipare alle reti di questo tipo di blockchain
diversamente, non esisterebbe alcuna moneta e alcuna blockchain
In teoria, questi costi dovrebbero aggiungere un grande valore a una moneta POW
I minatori non vogliono vendere monete sotto il loro costo di estrazione
Se vuoi scoprire il costo minimo di una moneta di questo tipi, devi guardare:
• Il costo per i minatori di estrarre nuove monete (rig + elettricità)
• Il tempo di creazione di un blocco e la sua ricompensa
Facciamo un esempio. Se abbiamo uno schema PoW con:
• Tempi di creazione di blocchi rapidi
• Ricompensa elevata
• Bassa quantita totale di moneta offerta
Quindi l'offerta totale raggiungerà il suo massimo rapidamente Finché la domanda di moneta è alta, la moneta dovrebbe funzionare bene. Diversamente puoi vedere come reagisce il mercato e aspettare fino alla creazione di tutte le monete.
In un altro schema PoW abbiamo:
• Tempi di creazione di blocchi lenti
• Bassa ricompensa per i blocchi creato
• elevata offerta totale di moneta
In questo esempio il tasso di inflazione è basso grazie alla minore domanda. La moneta sarà redditizia finche è nuova e scarsa sul mercato.
Proof-of-Stake: niente più piattaforme e computer.
Proof of Stake o PoS non richiede l'acquisto di impianti per il mining ne il pagamento di enormi bollette elettriche
Il POS è un modello di consenso molto diverso che consente a tutti i possessori di monete di contribuire alla rete e alla creazione di blocchi
Devi tenere le monete nel tuo portafoglio, attivare lo staking e lasciare acceso il tuo computer e riceverai ricompense agendo come miner
In questo modo,il Pos è un grande incentivo a detenere monete anche perché più monete hai, più contribuisci alla rete e più hai la possibilità di risolvere il blocco successivo.
Quindi, in questo caso, i minatori devono spendere un sacco di soldi per acquistare monete da mettere in staking.
Questo è molto più semplice e veloce rispetto al protocollo della proof of work
Le uniche metriche disponibili sono l'offerta totale, l'offerta circolante, il tasso di inflazione e il prezzo di mercato corrente. Quindi, puoi analizzare questo mercato in modo simile a una valuta fiat, misurando l'offerta e la domanda.
DPOS Delegate proof of Stake con nodi affidabili
Questa è una variante del POS classico.
In questo protocollo tutti i possessori di monete eleggono dei delegati.
Questi delegati sono gli unici autorizzati a verificare e aggiungere nuovi blocchi alla blockchain.
In questo caso possiamo avere una centralizzazione dei primi utenti con molte monete. A proposito, i delegati devono essere votati dalla comunità, quindi è necessaria una buona reputazione e partecipazione alla comunità della moneta.
Lisk come esempio ha uno schema di consenso Dpos.
Come abbiamo detto prima per il consenso sul POS, se vuoi essere un minatore devi acquistare molte monete, ma diversamente dal POS, in questo caso devi fidarti della comunità. E non puoi comprare o vendere la fiducia.
Non esiste un sistema perfetto, ma questi 3 sistemi possono risolvere le problematiche intrinseche di controllo di una moneta decentralizzata. Va fatto anche notare che devi considerare il problema ambientale del consumo di energia tra i vari fattori.
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Mining, staking e forging per niubbi
Si parla spesso di mining, di mining farm e di consumo energetico delle criptovalute.
Ma cosa è il mining in 4 parole semplici?
Come abbiamo già letto, la blockchain è formata da blocchi concatenati, al cui interno vengono scritti dati o transazioni finanziarie e pagamenti.
Al fine di evitare truffe, contraffazioni o anche errori tecnucu nei pagamenti, i dati contenuti nella blockchain devono essere verificati ed è proprio di questo che si occupa il mining.
Il mining rappresenta la procedura di verifica che viene effettuata sfruttando la potenza di calcolo dei computer posseduti dal singolo minatore o dalla mining farm.
Una mining farm non è altro che un luogo, spesso un capannone, con un numero molto elevato di computer messi in batteria che lavorano e producono blocchi.
Una volta completato il processo di verifica di un blocco, il miner che ha creato il nuovo blocco verrà pagato per il suo lavoro di verifica.
Il mining tiene in vita la blockchain.
Per convalidare le transazioni all'interno di una rete blockchain esistono diversi sistemi implementati per raggiungere il consenso
Un “protocollo blockchain” è un termine comune per i metodi di consenso.
Alcuni di questi richiedono agli investitori di acquistare attrezzature per l'estrazione fisica, mentre altri non richiedono hardware fisico e solo il possesso di monete.
Vediamo i dettagli:
- PoW: Proof of work - Questo tipo di meccanismo di consenso viene definito genericamente mining e consiste nella creazione di potere computazionale grazie a mining rig formati da schede grafiche messe in serie. Questa capacità computazionale risolve l’algoritmo della moneta e crea i blocchi. Bitcoin è basato su questo sistema, che non è particolarmente ecosostenibile.
- PoS: Proof of Stake . il tipo di consenso per creare blocchi è definito staking e si basa sul possesso di un grosso numero di coin che messe appunto in staking nel proprio portafoglio e quindi non disponibili sul mercato, permettono al proprietario di minare i blocchi di questa blockchain. Ethereum si basa su questo metodo, che è più ecologico del proof of work
- DPoS: Delegate proof of stake il tipo di consenso per la creazione dei blocchi è definito forging e si basa su delegati votati dalla community di possessori della coin. Lisk e rise funzionano con questo sistema, che è ecosostenibile al pari del proof of stake.
Nei sistemi DPOS, il forging, è un altro modo per minare le monete al fine di convalidarne le transazioni e mettere in circolazione nuova moneta. Questo sistema consiste in 101 delegati dislocati nel mondo che mantengono online un nodo (server) dove gira il client della moneta.
Questo software permette di mantenere la rete decentralizzata, validare le transazioni, emettere nuova moneta in circolazione e ricompensare i delegati per il loro servizio. I delegati non devono per forza essere 101 ma possono essere 51, 201, 301, 501, ecc. in base alle esigenze della rete. Per diventare delegati vi è un sistema di voto basato sulla quantità di moneta posseduta (stake).
Se si vuole diventare delegato bisogna raggiungere una quantità di voto sufficiente da poter entrare tra i primi 101 (approval).
Il sistema DPoS (Delegated Proof of Stake) è un metodo finalizzato ad assicurare una rete di token digitali che avviene processando transazioni e raggiungendo una convalida distribuita e inerente alla proprietà di denaro senza il bisogno che ci sia un’autorità centrale.
Questo sistema rappresenta un’evoluzione partita dal PoS (Proof of Stake), anch’esso sviluppatosi al fine di ridimensionare i costi e l’inefficienza associata al consumo di elettricità tipica dei sistemi PoW (Proof of Work), utilizzati ad esempio da Bitcoin.
Mining, i modi per farlo:
Questa creazione di blocchi può diventare un attività redditizia se fatto con i dovuti criteri. Ovviamente parliamo attualmente di grossi investimenti iniziali in materiale.
Prima di incominciare però dobbiamo capire che le due principali problematiche che incontrerete saranno lo sfruttamento e consumo dell’ hardware, che ne abbrevierà la vita utile, e i costi energetici dati dalle bollette della luce, che saliranno alle stelle rispetto ad un normale utilizzo di vita casalingo. Dopo di che va premesso che ogni coin è diversa e che alcune coin in particolare necessitano di hardware specifico.
Vediamo come fare mining.
La prima idea che ci viene in mente è quella di usare il nostro PC di casa, oppure un vecchio portatile messo da parte in qualche polveroso armadio. Il vecchio hardware potrebbe essere un ostacolo al minare in maniera profittevole dato la possibile bassa potenza di calcolo se usate vecchio hardware.
In questo caso va considerato il mining di monete che sono all’inizio della propria vita e che non necessitano di una potenza di calcolo particolare.
Una seconda soluzione può essere partecipare ad una Mining Pool. Praticamente si partecipa con il proprio hardware e la propria potenza di calcolo ad un gruppo dove altre persone raccolgono potenza di calcolo per minare. Il gran numero di dispositivi messi a disposizione fa si che la possibilità di minare blocchi nella blockchain sia molto più alta e quindi potenzialmente redditizia. Il ricavato poi verrà diviso in proporzione alla potenza di calcolo messa a disposizione. Rimangono i due problemi di costo energetico e usura, ed in più si aggiunge la possibile poca trasparenza del gruppo di minatori, che potrebbero remunerare il singolo meno del dovuto, truffandolo.
Una terza via potrebbe essere affittare potenza di calcolo tramite servizi di Cloud Mining, servizi che mettono a disposizione pacchetti dedicati a pagamento per un periodo di tempo definito. Dato che non si opera con proprio hardware viene meno il costo di usura e il costo energetico, che vengono però sostituiti dal costo di affitto della potenza di calcolo. In questo caso però vi è la possibilità di essere truffati sulla quantità di coin che ci vengono riconosciute dal servizio a parità di hashing power noleggiato, quantità di coin che nel corso del tempo diventa sempre minore, giustificato dalla crescita di difficoltà di estrazione della coin.
Una quarta via infine è quella di fare le cose in grande e creare la propria mining farm, con un sacco di computer messi in rete che minano le nostre crypto valute. Parliamo in questo caso di budget molto alti, ben oltre i 200mila dollari. Se va bene.
In questo caso dobbiamo metterci in testa di diventare imprenditori, quindi dovremo prima di tutto pensare di localizzare la farm in un paese con un basso costo per l’energia elettrica. In seguito dovremo pensare a cosa minare, perché per ogni coin o tipo di coin esistono diversi hardware che sono più adatti. Minare Bitcoin o ethereum non è la stessa cosa. E ricordiamoci che dobbiamo minare una coin profittevole, cosa non così scontata oggi.
L’ approvvigionamento di hardware per la creazione della farm sarà un problema da considerare vista la sua possibile scarsità e costo, e anche la sua sostituzione data l’usura precoce a cui andremo incontro.
Avremo bisogno anche di almeno una o più figure professionali dedicate alla gestione e alla sostituzione dei pezzi.
Dato che la farm deve operare 24 ore su 24 e sette giorni su sette, sarà un lavoro lungo e impegnativo. Creare una farm non è un semplice e non sempre redditizio, infatti queste sono indicazioni di massima. Molte farm sono state aperte e chiuse in un breve lasso di tempo non solo per incapacità degli imprenditori ma anche per colpa della volatilità del mercato. È un mercato difficile e bisogna avere conoscenze specifiche molto approfondite, sia in campo tecnologico che in campo economico.
Le criptovalute da minare e gli investimenti.
Se hai deciso di tuffarti del mondo del mining, devi sapere che è importante scegliere accuratamente su quale moneta concentrare i propri sforzi, infatti a seconda della valuta scelta il mining può richiedere un hardware specifico o anche più o meno potenza. Inoltre, in ottica di valutazione dell’investimento bisogna considerare che anche l’andamento del valore della moneta (pesantemente influenzato dagli stati di avanzamento del progetto sottostante e dalla consistenza della community) va ad influire sui risultati.
Se i miner smettessero all’improvviso?
E se il miming non generasse più profitti? Ovvero cosa accadrebbe se le entrate non coprissero i costi delle attrezzautre e dell’energia elettrica impiegata e i miner decidessero di smettere o di passare a un’altra valuta? È vero che, senza i miner, Bitcoin smetterebbero di funzionare o diventerebbe troppo lento?
No, non è così. una blockchain adatta continuamente i propri criteri per mantenere costante il tasso di creazione. Se ci fosse il 90% in meno di miner, allora si avrebbe bisogno del 90% in meno di calcoli per l’approvazione di un nuovo blocco, e il funzionamento non verrebbe alterato.
Il valore assoluto della ricompensa per un nuovo blocco diminuisce nel tempo, tutto programmato in base alle regole che governano I Bitcoin. Durante i primi 4 anni dalla sua creazione (2009-2012) la ricompensa era di 50 bitcoin
Nel caso però in cui i miners interrompessero tutti la propria attività, la blockchain si fermerebbe e di conseguenza non sarebbe più possibile (fino alla ripresa dell’attività di mining) effettuare alcuna transazione o aggiunta di blocchi alla bc.