Perchè investire è importante?
Oggi andremo a scoprire perché la gente investe nei mercati finanziari.
Il motivo è solo uno.
Avere più soldi.
Investire infatti è ne più ne meno come un lavoro, usare i propri soldi per avere un ritorno economico.
Da non confondere con il termine speculazione, che si attiene al breve periodo, l’investimento si riferisce al lungo periodo e che ha diverse forme o diversi strumenti di investimento.
Questi strumenti nascono per fare si che le aziende raccolgano denaro per le loro attività, denaro che viene raccolto vendendo debito come obbligazioni o una piccola parte dell’azienda, come le azioni
I ritorni non sono mai garantiti visto il rischio che è insito nell’ investire.
Non esistono investimenti a rischio zero, non credete a nessuno che vi dica una cosa del genere.
Infatti potete perdere tutto, perché dovete ricordare che più alto è il rischio maggiore dovrà essere il ritorno.
Si usano diverse tecniche per abbassare il rischio, come la diversificazione che si applica a investimenti non correlati tra loro.
Investire serve a raggiungere obiettivi finanziari personali e familiari come la possibilità di avere più denaro per beni e servizi, per potersi permettere una casa o la vacanza dei sogni, oppure avere una certezza economica quando si andrà in pensione.
Partire presto significa avere un lasso di tempo maggiore per poter accumulare, anche grazie all’interesse composto.
L'incertezza dell'investimento
Oggi andremo a parlare di aspetti che stanno dietro agli investimenti e che ne riguardano la psicologia.
Oggi andiamo ad affrontare l’incertezza sull’investire nel mondo finanziario.
L’essere umano è alla perenne ricerca della sicurezza poiché esso è creato a livello genetico naturale per farci sopravvivere. L’avversione al rischio in un ambiente dove possiamo essere uccisi da bestie o condizioni climatiche avverse è quello che ci ha permesso di sopravvivere migliaia di anni fa.
Moltissime persone presentano un’avversione alle perdite innata. Provate a pensare di perdere 20 euro.
In questo caso il dolore sarà maggiore che al piacere di aver guadagnato gli stessi 20 euro.
Questo fa si che queste persone siano totalmente contrarie a certe pratiche che permettono di accrescere il loro portafoglio e cio si scontra col mondo finanziario.
Infatti per avere un ritorno economico interessante bisogna prendersi dei rischi , essendo il rischio il carburante del profitto potenziale.
E’ anche vero che esistono investimenti praticamente a rischio zero come i conti bancari ma che non rendono praticamente più nulla.
Che poi non sono a rischio zero dato che c’è il rischio di fallimento bancario.
Quindi necessariamente bisogna gestire il rischio dell'investimento.
Nel mondo finanziario rischio significa l'esposizione alla possibile perdita di denaro, ovvero la possibilità che i vostri investimenti scendano di valore rispetto al costo di acquisto.
La quantità di rischio a cui siamo disposti ad esporci dipende da vari fattori, uno tra i tanti è dato da quali investimenti abbiamo già in portafoglio e quanto questi sono esposti alla volatilità.
La volatilità indica una indecisione sul prezzo da parte di venditori e acquirenti, equivale certamente ad un maggiore rischio che può essere giustificato dal maggiore guadagno possibile.
Proprio per massimizzare i nostri guadagni e per analizzare il rischio a cui siamo esposti va fatta un'analisi di possibili eventi che potrebbero colpire i nostri investimenti, una sorta di esercitazione a gestire alcuni rischi a cui potremmo essere esposti.
Tra i rischi che possiamo facilmente riconoscere ci sono:
una salita o una discesa dei tassi d'interesse da parte della banca centrale, andando a colpire i prestiti delle aziende
un rischio di credito, con i debitori impossibilitati a pagare le proprie obbligazioni
un improvvisa spinta inflazionista in un paese specifico oppure mondiale.
Un eventuale rischio paese, come accadde con la Grecia o l’Argentina.
Questi ultimi due rischi possono essere inseriti in un grande gruppo che possiamo chiamare rischio di mercato o rischio sistematico.
Questi è un tipo di rischio che può colpire tutte le aziende operanti in un certo paese o mercato.
Parliamo ad esempio di una recessione, che distrugge tutta la capacità di spesa della popolazione oppure la un problema ambientale che mette a repentaglio una specifica industria, come una malattia o un fungo che attacca le piante distruggendole in tutto il mondo.
Entrando maggiormente nei dettagli di uno specifico mercato, ad esempio dell’ Italia, possiamo poi parlare del rischio specifico di una compagnia.
Prendiamo ad esempio Parmalat
Questo tipo di rischio è riferito ad una specifica azienda in un mercato nazionale o internazionale e può essere causato da enormi scandali, oppure dalla comparsa di nuovi competitor internazionali sul mercato interno o ad un nuovo cambio legislativo che va a peggiorare la nostra situazione di mercato.
Ricordate che ogni investimento è sotto questo genere di rischio e che il rischio sistematico è difficile da prevedere nel futuro mentre il rischio specifico è eliminabile tramite la diversificazione.
Potete sempre guardare il nostro video al riguardo.
Ma allora esistono degli assett che non sono soggetti al rischio, quei porti sicuri dove tutti possono rifugiarsi.
Si esistono, si chiamano safe haven in inglese e generalmente il maggiore esponente è l’ oro.
Va comunque ricordato che anche l’oro ha oscillazioni di prezzo e che in caso di crisi potrebbe avere una certa discesa.
Ma qui bisogna capire a quanto ammonta la discesa, ovvero se l’oro scende del 10% in un mercato che si tuffa in un meno 60 o 70 %...
Passiamo ad un altro punto di vista, passando dall’investimento all’investitore.
La psicologia e la preparazione di chi ci mette i soldi nell’investimento sono molto più importanti di quanto si creda. Bisogna comprendere la diversa tolleranza al rischio delle diverse persone che si approcciano al mercato.
Questa tolleranza è data principalmente da due fattori che sono la predisposizione al rischio influenzata dalla propria personalità e dalla propria cultura finanziaria personale, a cui va aggiunta la capacità di gestire le emozioni e la paura di perdere i propri denari.
La gestione dell’ansia e il mantenere la lucidità per gestire al meglio la situazione sono due caratteristiche importantissime. Pensate cosa potrebbe capitare se ci facessimo prendere dal panico ad ogni minima discesa o volessimo portare a casa ogni minimo guadagno.
Altri fattori che possono aggravare questa situazione sono la vostra situazione finanziaria relativa e il vostro orizzonte temporale.
Forse quella discesa non cambierà la vostra vita, ma se avete fatto all in su un solo assett mettendovi sopra i risparmi di una vita la cosa comincia ad essere differente.
La disponibilità finanziaria e il vostro stipendio lavorativo sono due fattori che possono farvi stare più sereni, uniti ad una visione di lungo periodo.
Se pensiamo ad un rete di sicurezza personale come un conto in banca con una buona cifra e un lavoro con un buono stipendio ,una perdita di un 20% si affronta in maniera migliore.
Una visione di breve periodo fa si che si affrontino i rischi e la tolleranza alle perdite in maniera diversa.
I rischi generalmente sono in un lasso tempo ridotto, e i listini generalmente si riprendono dalle crisi facendo nuovi massimi in un lasso di tempo non esagerato.
Un ultimo appunto da fare, anche l’età dell’investitore è importante.
Un anziano difficilmente si metterà in gioco con assett particolarmente pericolosi.
Non focalizzatevi solo sul rischio volatilità, ma sui rischi veri, su quelle cose che sono troppo belle per essere vere e cercate di avere sempre una visione di lungo periodo.
Il rischio è necessario, può essere controllato ma non può essere evitato.
La differenza tra economia e finanza
Oggi andiamo a imparare quale è la differenza tra economia e finanza nella nostra società.
È una differenza che ultimamente si sta assottigliando ma che è comunque presente.
Partiamo da un presupposto iniziale ben definito, la borsa valori o in inglese stock market non misura la stessa cosa dell’economia, sono due entità connesse ma che rappresentano due cose separate.
I mercati finanziari nel loro insieme totale rappresentano tutte le borse valori del mondo e i suoi listini o indici come il ftse mib in italia o il Nasdaq in Stati Uniti.
Su questi indici si comprano e si vendono azioni, obbligazioni e altri strumenti finanziari di quello specifico paese.
Il mercato sale quando il valore cresce, e scende quando il valore decresce.
Quindi gli indici ci danno idea di come va il mercato.
Se i listini di borsa sono contenuti e facilmente calcolabili, per l’economia non è così.
Infatti l’economia è molto più estesa e difficile da calcolare.
Un valore come il PIL indica idealmente la massa di spesa di un paese, ma vanno considerati anche gli investimenti, le esportazioni, le importazioni, il consumo delle famiglie, il loro carico debitorio e le spese del governo.
Parliamo di un numero di variabili enorme.
Tornando al mercato azionario, questo ci da un idea del andamento delle sole aziende che sono quotate su quel listino.
Parliamo di una visione che possiamo definire distorta o molto limitata
Queste aziende quotate sono effettivamente parte dell’economia del paese ma ci sono anche un sacco di aziende che non sono quotate e sono loro stesse parte dell'economia.
La maggior parte delle aziende di un paese non sono quotate, per varie motivazioni.
Un eventuale crollo dell'economia le colpirebbe tutte in maniera più o meno grave mentre un crollo del mercato azionario non dovrebbe colpirle direttamente, o meglio potrebbe colpirle in maniera indiretta riguardo eventuali partner o fornitori quotati.
Infatti se cambiamo il nostro punto di vista vedremo che la maggior parte delle persone che ha un lavoro, fa parte dell'economia, ma non tutti questi lavoratori hanno soldi investiti nel mercato azionario, quindi una discesa dell'azionario non ha impatto diretto sul cittadino medio mentre lo ha un crollo dell'economia.
Va sempre ricordato però che il mercato azionario è comunque importante dato che ha un impatto indiretto sull'economia e sui portafogli dei cittadini.
Infatti il valore sul mercato azionario si riflette sulle relazioni bancarie delle aziende.
Aziende considerate di poco senza valore sul mercato, oltre a fare fatica a sopravvivere alla concorrenza, non possono accedere a prestiti e quindi fondi per la loro attività.
Tornando a considerare il mercato azionario, va specificato che esso può o meno spingere l’economia reale.
Un mercato azionario che sale darà maggiore propensione di spesa agli investitori, spesa che verrà inserita nel circolo dell’economia reale facendo crescere la ricchezza.
Questa ricchezza permetterà alle aziende di crescere, aumentando il proprio personale e i propri mercati di riferimento.
Raccogliere maggiori capitali sul mercato che possono essere investiti nell’azienda stessa, senza considerare anche l’”effetto ricchezza” dato da un portafoglio azionario in salita.
Ovviamente tutto ciò si ribalta se abbiamo un mercato azionario in crollo, con un rallentamento dell’economia reale.
Ma questa influenza tra mercato finanziario ed economia è duplice, anche l’andamento dell’economia influenza il mercato finanziario.
Chi lavora sul mercato azioanrio basa le proprie decisioni di vendita e acquisto su ciò che vede accadere all'economia e ai suoi attori in campo.
Queste due entita sono si legate a doppio filo ma non necessariamanete devono muoversi nella stessa direzione, questo perché si focalizzano su due diversi periodi di tempo.
il mercato finanziario ha una visione verso il futuro , chi compra e vende azioni lo fa pensando a quello che accadrà e a come andrà l’economia nei prossimi mesi o anni.
Quindi il mercato azionario crescerà se ci sarà la convinzione che il mondo economico di domani sarà migliore di oggi.
Potete prendere delle posizioni oggi che dureranno anni o decenni.
Gli indicatori dell'economia invece guardano al passato, ovvero sono una istantanea di quello che è oggi, ma più precisamente ieri
Gli indicatori economici possono indicare una contrazione e nello stesso tempo il mercato azionario può crescere perche gli investitori vedono una possibile ripresa del’economia globale all'orizzonte
Ricordate che i prezzi del mercato azionario riflettono le aspettative degli investitori.
Aspettative e non ciò che accadrà nel futuro.
Le entità di economia e mercati finanzari sono due entità con grosse complicazioni, che non possono essere risolte a semplici numeri.
Abbiate sempre un approccio bilanciato quando investite i vostri soldi.
ESG investing ovvero investire in maniera Etica
oggi andiamo a imparare come investire in maniera etica e cosa significa ESG
Come sappiamo la nostra società è in continua evoluzione, fatta di cambiamenti nei modi e nei metodi.
Gli investimenti e il modo di investire a loro volta subiscono un evoluzione, in questo caso dando maggiore attenzione a ciò che è sostenibile per il pianeta.
Infatti fino ad ora non vi era particolare attenzione negli investimenti riguardo all’etica seguita dalle aziende, ma bensi il solo parametro interessato era il mero profitto di danaro.
Da qualche tempo sono nati gli investimenti definiti ESG ovvero
Environmental, Social , Governance investing
Questa definizione si applica ad aziende che sono in linea con le nuove percezione del pubblico moderno attento ai problemi sociali ed ecologici del pianeta.
Queste aziende sono quelle da tenere d’occhio e da possedere se si vuole creare un portafoglio ESG, o portafoglio etico.
Andando a vedere nello specifico la sigla ESG, questa significa:
E come Environmental, ovvero si considera l'inquinamento prodotto dall’azienda, il consumo di energia e l’impronta green o meno che ha l’azienda stessa, ad esempio nella produzione di anidride carbonica.
S sta per Social, che include il rispetto dei diritti delle varie comunità, il conferimento di stipendi corretti a tutti i dipendenti senza discriminazioni, aiuto alle minoranze e la gestione sociale nell’ambiente lavorativo.
G sta per Governance, che è la gestione delle diversità all’interno della comunità lavorativa.
Ora, come possiamo fare in maniera di avere un portafoglio all’avanguardia?
Abbiamo due metodi, con alcune diversità da applicare ai nostri studi sui possibili assett da acquistare.
Il primo metodo, che possiamo definire “negativo” o di “rimozione”, implica una nostra decisione di rimuovere dalle nostre possibili scelte di acquisto quelle compagnie che hanno aree di interesse come tabacco, armi , gambling, frodi o storie di mala gestione delle minoranze.
Terminata questa cernita, le aziende rimaste saranno le nostre possibili scelte di acquisto senza ulteriori studi approfonditi al riguardo.
Diversamente possiamo usare un altro metodo che possiamo definire come “positivo” o di “inclusione”.
Ovvero cerchiamo solo azione che danno benefici locali e ambientali o seguono iniziative dedicate a migliorare il mondo e a eliminare via via il loro impatto sull’ambiente tramite ad esempio l’uso di sole forme di energia rinnovabile o sostenibile come energia solare e eolica.
Ora scelto il metodo, voi come piccolo investitore oppure un gestore di fondi ESG, dopo aver sgrossato la lista di azioni comprabili, farete una scelta di acquisto in base ad altri parametri tecnici.
Il metodo ESG non è un sistema standardizzato al momento, esso presenta infatti diversi criteri e diversi punti di vista in base al pensiero del gestore o dell’acquirente.
Potremmo stupirci di trovare tre le azioni considerate ESG alcune compagnie di carburanti fossili, questo perché esse sono tra le varie compagnie del segmento le più efficienti su molti parametri quali il loro ottimo impatto sull’economia della comunità dove operano.
Ricordate che i punteggi esg assegnati alle varie compagnie possono variare molto data la difficoltà di analisi.
Le aziende hanno moltissimi partner, hanno delle lunghe e complicate supply chain e tutto ciò che vi è dietro è difficilmente analizzabile a fondo.
Questo ci porta a parlare di un fenomeno, quello del greenwashing, ovvero della pulizia dei report creati dalle stesse aziende.
Questo implica il creare iniziative green che servono esclusivamente per avere un punteggio ESG migliore ma che in realtà non impattano minimamente su inquinamento o migliorare la vita della comunità.
Potrebbero addirittura profilarsi dei profili ESG scam, in cui i report sono creati ad arte per aziende che in realtà non hanno alcuna coscienza ecologica.
Insomma investireste in un azienda che sulla carta coccola gli unicorni, ma che nella realtà scarica l’olio usato dei proprio furgoni nel fiume dietro il capannone.
Quindi state attenti alle zone grigie.
Attualmente il profilo ESG è diventato un po’ di moda, quindi sono nati dei fondi e degli ETF fatti esclusivamente da aziende ESG. Questo vi risolve la problematica di scegliere ma ad un costo economico maggiore.
D altronde le mode costano sempre un po’.
Attenzione anche al fatto che i criteri ESG limitano la vostra diversificazione, creando un maggiore rischio di investimento.
Se non sapete cosa è la diversificazione, dovete vedere il nostro video dedicato all’argomento.
Insomma ci troviamo alla fine ad uno scontro tra l’ ethical investing contro il traditional investing
Ciò che riguarda il metodo ESG però può portare le compagnie a fare modifiche delle loro metodi di produzione e gestione, portandole addirittura ad essere in vantaggio rispetto alla legislazione che cambierà nel futuro.
Gli stessi clienti sono anche più portati a comprare prodotti etici quando ne sono a conoscenza.
Paradisi Fiscali
Oggi ci sdraiamo al sole in pieno relax e parliamo di paradisi fiscali.
Un paradiso fiscale è fondamentalmente un paese a bassa o nulla tassazione per aziende o persone fisiche residenti.
Sono considerabili rifugi da stati che hanno tassazioni esagerate.
Generalmente il sistema bancario permette di compiere transazioni che sono coperte dal segreto bancario e la gestione amministrativa per la creazione di società è molto rapida e snella.
Va compreso che se esistono i paradisi fiscali, da qualche parte devono esistere degli inferni fiscali.
I Paradisi fiscali sono legali? Si.
I paradisi fiscali sono giusti? Dipende da quale è il nostro punto di vista, che è ovviamente legato esclusivamente ad aziende che operano in settori legali.
Se guardiamo alle grosse cifre che vengono tolte agli stati ad alta tassazione, è chiaro che i paradisi fiscali sono un qualcosa di ingiusto.
I paesi come Panama non hanno le necessità e le spese dei normali paesi europei.
Le aziende che operano in paesi ad alta tassazione usufruiscono dei servizi statali di questi paesi e quindi dovrebbero remunerarli.
Dall’ altro punto di vista però è comprensibile che un paese a bassa o nulla tassazione dia all’azienda un vantaggio competitivo dato il risparmio di denaro dalla tassazione, denaro che può essere riutilizzato in ricerca e sviluppo, stipendi più alti, bonus e tutto ciò che serve per azienda e dipendenti.
Un altro spunto interessante da comprendere è che oramai nel mondo della globalizzazione è in atto una competizione tra stati nazione.
Ci sono stati che sono amministrativamente più amichevoli con le aziende, che offrono maggiori vantaggi e che spingono le aziende a mettere li le loro sedi.
Posti come il Lussemburgo, l’ Olanda o l’ Irlanda hanno capito questa dinamica e ne hanno costruito un vantaggio competitivo.
Altri paesi invece, che hanno sistemi statali welfare inefficienti e costosi, sono costretti a iper tassare i propri cittadini.
Nel mondo odierno, dove la competizione è sempre più forte e molte barriere sono state distrutte, è comprensibile che ogni vantaggio competitivo sia da usare.
Gli stati e i governi che non lo comprendono sono destinati a rimanere indietro nel panorama internazionale e con essi le loro economie e la prosperità dei loro cittadini.
Essere più inclini a favore le aziende abbassando le tasse e la burocrazia, migliorando e diminuendo la macchina statale, potrebbero essere la soluzione ideale per far si che non esistano più i paradisi fiscali.
Affittare o comprare casa?
Affittare o comprare? Comprare o affittare?
Ma l'affitto è davvero un completo buttare via soldi?
Infatti la domanda che molti si pongono è “perchè pagare l’affitto al proprietario di casa se posso direttamente pagare per la mia casa?”
Per rispondere a questa questione dobbiamo partire dal principio della questione e analizzare la situazione un pezzo per volta.
E l' unica cosa che ha senso fare è analizzare la problematica sul lungo periodo.
Prima di tutto, affittare una casa non è buttare soldi nel camino, ma significa avere l'uso di un bene, in questo caso una casa o un appartamento.
State pagando l'uso di uno spazio che per voi non ha un valore nel futuro. Questo concetto è basilare, il valore nel futuro.
Quando compri una casa ,e nella quasi totalità dei casi la stai comprando a debito, stai prendendo in prestito soldi invece di una proprietà e quindi paghi il debito in primis, e poi gli interessi per l’ utilizzo di questa liquidità.
Va sempre ricordato che i soldi che hai preso in prestito oggi vengono usati per comprare un assett che si spera salga di valore domani.
Va anche considerato che quando la banca ti fa un prestito, non sempre hai tutta la liquidità necessaria dato che non tutte le bance erogano prestiti al 100%.
Quindi dovrai avere un posto dove vivere per questo periodo.
Un altro punto di cui bisogna essere certi è cosa ci si aspetta nel breve periodo.
Se lavorate in un azienda che vi manda in giro per il mondo, ha senso comprare una casa? Se cambiate spesso lavoro e città di lavoro, ha senso comprare una casa?
Essere possessori di una casa quando si decide di mettere radici e creare una famiglia è bellissimo, ma vanno considerate tutte le spese che una proprietà comporta, quindi tasse di possesso, tasse di acquisto, tasse di scrittura, eventuali rotture di parte della casa, controlli da fare alla casa, spese di gestione e servizi senza dover parlare delle bollette di casa.
Chi è in affitto invece ha solo il costo dell 'affitto, un’ assicurazione, spese condominiali e le bollette.
E una possibilità molto più facile di muoversi se la zona va peggiorando o la convivenza coi vicini diventa impossibile.
Ricordate che le necessità e i bisogni cambiano col passare degli anni, soprattutto se la famiglia si allarga con uno o due bambini. Comprare una casa per due persone e poi doverci vivere in 4 non è facilissimo ma viverci 35 o 40 anni è sicuramente economicamente più valido che vivere in affitto lo stesso tempo, soprattutto perché dopo 40 anni sarete possessori di un immobile che avrà un valore.
Ma pensate a quante cose possono cambiare o andare storte in 40 anni, pensate alla percentuale di divorzi del vostro paese.
La questione è difficilmente affrontabile a livello generale poiché ognuno di noi ha idee, modi di vivere e aspettative del futuro diverse.
Il mercato immobiliare è un mercato che deve essere studiato e compreso come ogni mercato e che è soggetto a delle fluttuazioni di prezzo.
Vanno considerati molti fattori personali prima di prendere la decisione definitiva.
Comprare una casa è semplice, molto più difficile è doverla vendere.
Sempre senza cadere nella trappola del debito.
Diversificazione
Oggi capiremo come funziona la diversificazione.
La diversificazione è una strategia di investimento per abbassare il fattore di rischio sui mercati e riguardo l’economia globale.
Dovete sempre ricordare che le azioni o le obbligazioni che comprate sul mercato sono emesse da aziende che lavorano, producono, corrono rischi e fanno degli errori.
Solo chi non fa nulla non sbaglia mai.
Questi rischi errori possono essere di vario genere, dal livello amministrativo a gestione aziendale oppure possono cambiare le situazioni o le leggi che delineano le corrette policy riguardo le aziende in un determinato territorio. Molti di queste problematiche sono comprensibili con una visione di lungo termine, ma molto spesso capita che i problemi cadano dal cielo improvvisamente.
Quindi una strategia di buon senso potrebbe essere di non mettere tutte le uova in un solo paniere, ma di avere i vostri soldi investiti in varie compagnie, in maniera tale che un attacco ad una compagnia non vi faccia perdere tutti i vostri soldi.
Questo serve a ridurre il rischio del portafoglio.
Questo genere di strategia funziona al meglio solo quando gli acquisti fatti non sono correlati.
Una posizione correlata significa che un asset finanziario viene influenzato nella crescita o discesa del prezzo, a causa della crescita o salita del prezzo di un altro asset finanziario. Per prendere un esempio, pensate al valore dell’ oro e al valore delle azioni minerarie, oppure al petrolio e alle azioni delle aziende petrolifere.
Se volete capire se i vostri investimenti non sono correlati cercate qualche tool su internet che vi possa aiutare.
Un buon metodo generale per diversificare è investire in diverse industrie in diversi settori.
Dato che ogni settore incontra diversi e univoci rischi. Stesso discorso vale per quando ragioniamo a livello di paese o continente. Diversi paesi hanno diversi rischi e problemi
La globalizzazione ci ha aiutato nella possibilità di investire i nostri soldi nei diversi paesi del mondo, ma questo ha fatto si che aumentasse la correlazione tra le varie aziende anche di continenti diversi, basta pensare a come solo legate le aziende occidentali alle forniture di materie prime e semilavorati dall’ Asia.
Diversificare non è una strategia semplice e veloce, il contrario.
Bisogna passare molto tempo a studiare le varie problematiche e poi studiare le varie aziende che ci possono interessare.
Creare un portafoglio senza rischi è quasi impossibile ma fattibile.
Bisognerà poi stare attenti ai costi di creazione del portafoglio data la quantità di posizioni che potremmo aprire.
Gli ETF sono una buona scelta, ma questo è un vostro compito.
Studiare e scegliere il meglio per voi e la vita finanziaria della vostra famiglia.
Ricordate di non incappare in una falsa diversificazione comprando assett diversi ma che poi hanno lo stesso sottostante.
Ricordate sempre che il vostro obbiettivo è la salvaguardia del conto, evitare grossi cali nel suo valore e limitare la volatilità controllando il rischio.
Per saperne di più sui pericoli e su come restare al sicuro in questo mondo clicca qui.
Junk Bond o Titoli spazzatura
Junk Bond.
Strano termine ascoltato al telegiornale, distrattamente, prima di sedersi a tavola. Di cosa si tratta?
Bond significa obbligazione o titolo di credito.
Il termine junk in inglese sta per spazzatura, qualcosa che andrebbe buttato nella pattumiera.
Ma quando andiamo a parlare di junk bond, titoli spazzatura, al momento stiamo parlando di qualcosa molto “popolare”.
Con junk bond andiamo a parlare di titoli ad alto rendimento, un rendimento dato dal loro alto rischio. Va compreso che più è alto il rischio di prestare denaro ad un azienda od ad un paese che potrebbero essere insolventi, maggiore deve essere il rendimento per il prestatore, rendimento definito con il termine inglese high yield.
Quando andate a prestare soldi a compagnie rischiose comprando i loro titoli, entrate in un business rischioso.
Infatti queste compagnie possono essere in alcuni business o settori economici rischiosi oppure hanno solo troppi debiti dati da malagestione o momenti di crisi. investendo in questo rischio finirete per avere dei grossi interessi alla fine di ogni anno o mese, in base allo strumento scelto.
Purtroppo però se queste compagnie sono malamente gestite potreste avere qualche piccola soddisfazione economica all'inizio per poi finire col perdere il vostro capitale.
Nel caso in cui invece queste aziende siano egregiamente gestite, avrete un ottimo rendimento per poi riavere indietro tutti il vostro investimento.
Le compagnie definibili High Yields creano bonds che sono rischiosi e quindi vengono considerati con un rating molto basso ,quindi con un rendimento molto alto.
Al contrario i cosidetti bond investment grade che hanno un punteggio di rating molto buono hanno un rendimento più basso.
Ma cosa vuol dire Yield ovvero rendimento?
Vediamo come funziona il rendimento di un titolo di debito come un bond aziendale normale, non stiamo parlando di Junk Bond e le cifre qui inserite sono a titolo di esempio.
Ipotizziamo che Luca compri un obbligazione da 100 euro della GoGA srl, con un rendimento annuale del 5%.
Quindi Luca presta 100 euro, e in cambio ha un pezzo di carta che dice che lui ha prestato 100 euro alla GoGa e che a fine anno a scadenza del bond riceverà 100 euro più 5 euro di interessi.
I 5 euro di interessi sono il guadagno sul prodotto finanziario e quindi sono definiti il coupon yield su questo bond.
Ma cosa succede se Luca decide di vendere il bond prima della sua scadenza:
Nel caso vendesse il bond ad un prezzo inferiore a 100(che è il prezzo base di ogni bond), ipotizziamo 95. Vende il bond a Marco.
Marco porta a scadenza il bond e quindi riceve dall' azienda 105, quindi il rendimento di marco diventa 10 e non più 5 come nel caso di Luca alla discesa del prezzo del bond, il yield cresce.
Al contrario, nel caso Marco compri il bond a 101, il suo rendimento sarà di soli 4, con una diminuzione dello yield.
Questa è la base di come lavora lo yield.
Dividendi
Oggi andiamo a parlare di cosa sono i Dividendi e perché ci piacciono così tanto.
I dividendi sono dei fondi, dei soldi, che le aziende danno a coloro che possiedono le loro azioni.
Generalmente non si parla di cifre per azione molto grandi, ma avendo tante tante azioni la cifra comincia ad essere interessante.
Infatti possedere questo genere di azioni porta ad avere un extra cash flow nel nostro conto.
Il guadagno non c'è solo con acquisto e vendita delle azioni ma anche possedendo queste azioni che pagano dividendi.
Ora , il primo pensiero che ci viene in mente è che un portafoglio azionario può essere fatto di sole azioni che pagano dividendi, ma bisogna stare molto attenti.
Infatti è una buona strategia che però ha delle problematiche intrinseche.
Teoricamente le aziende pagano dei dividendi quando pensano che non possono aumentare i loro guadagni reinvestendo nell’ azienda.
Molto spesso i dividendi sono usati come uno strumento in mano alle aziende per remunerare parte del direttivo e parte degli stakeholder aziendali.
Questo è il motivo per cui i dividendi vengono pagati più facilmente da aziende che sono sul mercato da tempo e non da aziende nuove che necessitano di reinvestire in loro stesse o che non hanno nemmeno questa liquidità.
Anche il settore delle varie aziende ha un ruolo nel pagamento dei dividendi.
Alcuni settori sono più propensi come il settore energetico e petrolifero, in cui solo più facili da creare contratti a lungo termine con Stati sovrani, con grossi e certi flussi di cassa.
Queste sono operazioni stabili in un mercato "lento".
Le aziende della new economy invece lavorano in un mercato molto veloce, molto più fluido e con grossi cambiamenti tecnologici che non si presta.
I dividendi possono essere un ottima soluzione per gli income investors, ovvero coloro che investono per ricevere denaro nel loro portafoglio.
La gestione del rischio delle azioni con dividendo è leggermente diversa dalle altre.
Infatti si è portati a pensare che le aziende che danno dividendi siano più disciplinate dando un senso di sicurezza all’ investitore.
Lo stesso investitore in questo modo ha una gestione che può essere semplificata avendo un ritorno annuale certo.
Una delle possibili strategie attuabili con i dividendi è di reinvestirli a loro volta in altre azioni che pagheranno altri dividendi e così via via per gli anni a venire.
C’è da dire che avere un portafoglio di soli dividendi è una idea interessante, ma dobbiamo anche capire che per avere cifre interessanti dovremo immobilizzare una cifra importante sul mercato azionario, che è notoriamente rischioso e volatile.
Le azioni possono avere crolli e le aziende possono commettere errori che le possono portare ad eliminare i dividendi.
Il mercato purtroppo non apprezza questa mossa e l’ azione di quella azienda potrebbe subire un ulteriore crollo.
Le azioni con dividendi sono interessanti ma non bisogna abusarne.
Oro
Fin dall’antichità l’oro è associato a ricchezza, soldi e benessere per coloro che ne possedevano anche una piccola parte del proprio patrimonio.
È stato uno dei materiali più ricercati ed estratti dalle viscere del nostro pianeta, e l’essere umano ne ha sempre visto il valore dato dalla sua scarsità.
Usato dalla notte dei tempi per dare valore alla moneta di tutti i popoli, noi occidentali abbiamo avuto il gold standard fino all inizio del 20esimo secolo, infatti il valore della valuta emessa dalle nostre banche centrali era collegato all oro, che ne garantiva i valore.
Questo sistema è stato totalmente abbandonato nel 1971, ma molti considerano tutt’oggi l’oro un asset fondamentale per il proprio portafoglio di investimento.
Infatti l’ oro è considerato un rifugio o porto sicuro, dove rifugiarsi ogni volta che lo spettro dell inflazione galoppante torna a turbare il nostro sonno.
Soprattutto per i critici della valute fiat, l’ oro è un ottimo investimento per mantenere inalterato o aumentare il valore dei propri investimenti e per proteggersi dalla stampa selvaggia di moneta venutasi a creare con le valute Fiat.
Ricordate che l’oro è una risorsa finita sul nostro pianeta, difficilmente disponibile e in numero limitato.
Le banche centrali dei paesi che non ne avevano molto ne hanno fatto incetta negli ultimi anni.
Molti paesi ne hanno grosse quantità dichiarate mentre altri paesi hanno preferito disfarsene.
Questo è un buon esempio della diversa strategia delle varie bance centrali.
L’ oro è anche un metallo industriale usato nella produzione di parti elettroniche.
Nella realtà la sua domanda industriale è una piccola parte del totale mondiale, a cui va unita la domanda di materia prima per la produzione di gioielli
Ora dovremmo chiederci, è giusto investire in Oro?
Beh, come in tutte le cose c’è un tempo e un modo migliori, e questi si comprendono solo studiando l’assett nel dettaglio.
Avere una parte di capitale in oro non è stupido, al contrario.
Questo però deve essere visto principalmente come strumento di difesa. Questo non significa che non si possa fare dei guadagni con l’ oro, ma come sempre bisogna seguirne il trend.
Se parliamo di prezzo, per convenzione e regola generale, il prezzo dell’ oro cresce sempre più dell’ inflazione e questo non è correlato all’ andamento del mercato azionario.
In caso di crollo del mercato azionario, vi è di solito una corsa ad accaparrarsi l’oro, per poi vendere l’oro nel momento in cui il mercato azionario sale vigorosamente.
L’ Oro ha comunque un prezzo volatile e non un prezzo fisso.
Va sempre considerato il periodo e il momento dell’acquisto e che strumenti stiamo monitorando.
Infatti vi sono più metodi e strumenti per essere investiti in oro.
La principale differenziazione è tra l’ oro fisico e l’ oro finanziario.
L’oro finanziario è quell’ oro che possiamo acquistare tramite strumenti finanziari come ETF ed ETC, future o derivati. In questo caso non avremo fisicamente l’oro tra le mani ma avremo dei contratti finanziari che rappresentano la quantità di oro di nostra proprietà che potremo tradare sui principali mercati mondiali. Ovviamente in questo caso la scelta deve essere oculata riguardo allo strumento e a tutte le sue peculiarità, affidandosi ad aziende emittenti che siano più che affidabili.
L’ oro fisico invece è quell’ oro che possiamo portarci a casa e toccare con mano.
Generalmente si tratta non solo di gioielli, ma proprio di monete o lingotti, che possono andare da pochi grammi al chilogrammo.
L’ unità di misura dell’ oro è l’ oncia rapportata al dollaro statunitense.
Questo oro può essere custodito nella propria casa, ovviamente al riparo da malintezionati. Dato l’alto valore del metallo, nel caso si decida di acquistare più di qualche oncia, ha senso rivolgersi a ditte specializzate di custodia per tenere al sicuro il nostro investimento.
Infatti ci sono rischi reali nel possederlo, non solo a livello finanziario, ma a livello personale.
L’ oro non è un investimento per tutti.
Un altro metodo per poter far parte di questo mercato è esporsi acquistando le azioni delle compagnie minerarie.
Questo è un altro metodo che però è totalmente finanziario e che va considerato e studiato come ogni investimento finanziario, a cui va aggiunto il rischio del settore in cui queste aziende operano.