ESG investing ovvero investire in maniera Etica
oggi andiamo a imparare come investire in maniera etica e cosa significa ESG
Come sappiamo la nostra società è in continua evoluzione, fatta di cambiamenti nei modi e nei metodi.
Gli investimenti e il modo di investire a loro volta subiscono un evoluzione, in questo caso dando maggiore attenzione a ciò che è sostenibile per il pianeta.
Infatti fino ad ora non vi era particolare attenzione negli investimenti riguardo all’etica seguita dalle aziende, ma bensi il solo parametro interessato era il mero profitto di danaro.
Da qualche tempo sono nati gli investimenti definiti ESG ovvero
Environmental, Social , Governance investing
Questa definizione si applica ad aziende che sono in linea con le nuove percezione del pubblico moderno attento ai problemi sociali ed ecologici del pianeta.
Queste aziende sono quelle da tenere d’occhio e da possedere se si vuole creare un portafoglio ESG, o portafoglio etico.
Andando a vedere nello specifico la sigla ESG, questa significa:
E come Environmental, ovvero si considera l'inquinamento prodotto dall’azienda, il consumo di energia e l’impronta green o meno che ha l’azienda stessa, ad esempio nella produzione di anidride carbonica.
S sta per Social, che include il rispetto dei diritti delle varie comunità, il conferimento di stipendi corretti a tutti i dipendenti senza discriminazioni, aiuto alle minoranze e la gestione sociale nell’ambiente lavorativo.
G sta per Governance, che è la gestione delle diversità all’interno della comunità lavorativa.
Ora, come possiamo fare in maniera di avere un portafoglio all’avanguardia?
Abbiamo due metodi, con alcune diversità da applicare ai nostri studi sui possibili assett da acquistare.
Il primo metodo, che possiamo definire “negativo” o di “rimozione”, implica una nostra decisione di rimuovere dalle nostre possibili scelte di acquisto quelle compagnie che hanno aree di interesse come tabacco, armi , gambling, frodi o storie di mala gestione delle minoranze.
Terminata questa cernita, le aziende rimaste saranno le nostre possibili scelte di acquisto senza ulteriori studi approfonditi al riguardo.
Diversamente possiamo usare un altro metodo che possiamo definire come “positivo” o di “inclusione”.
Ovvero cerchiamo solo azione che danno benefici locali e ambientali o seguono iniziative dedicate a migliorare il mondo e a eliminare via via il loro impatto sull’ambiente tramite ad esempio l’uso di sole forme di energia rinnovabile o sostenibile come energia solare e eolica.
Ora scelto il metodo, voi come piccolo investitore oppure un gestore di fondi ESG, dopo aver sgrossato la lista di azioni comprabili, farete una scelta di acquisto in base ad altri parametri tecnici.
Il metodo ESG non è un sistema standardizzato al momento, esso presenta infatti diversi criteri e diversi punti di vista in base al pensiero del gestore o dell’acquirente.
Potremmo stupirci di trovare tre le azioni considerate ESG alcune compagnie di carburanti fossili, questo perché esse sono tra le varie compagnie del segmento le più efficienti su molti parametri quali il loro ottimo impatto sull’economia della comunità dove operano.
Ricordate che i punteggi esg assegnati alle varie compagnie possono variare molto data la difficoltà di analisi.
Le aziende hanno moltissimi partner, hanno delle lunghe e complicate supply chain e tutto ciò che vi è dietro è difficilmente analizzabile a fondo.
Questo ci porta a parlare di un fenomeno, quello del greenwashing, ovvero della pulizia dei report creati dalle stesse aziende.
Questo implica il creare iniziative green che servono esclusivamente per avere un punteggio ESG migliore ma che in realtà non impattano minimamente su inquinamento o migliorare la vita della comunità.
Potrebbero addirittura profilarsi dei profili ESG scam, in cui i report sono creati ad arte per aziende che in realtà non hanno alcuna coscienza ecologica.
Insomma investireste in un azienda che sulla carta coccola gli unicorni, ma che nella realtà scarica l’olio usato dei proprio furgoni nel fiume dietro il capannone.
Quindi state attenti alle zone grigie.
Attualmente il profilo ESG è diventato un po’ di moda, quindi sono nati dei fondi e degli ETF fatti esclusivamente da aziende ESG. Questo vi risolve la problematica di scegliere ma ad un costo economico maggiore.
D altronde le mode costano sempre un po’.
Attenzione anche al fatto che i criteri ESG limitano la vostra diversificazione, creando un maggiore rischio di investimento.
Se non sapete cosa è la diversificazione, dovete vedere il nostro video dedicato all’argomento.
Insomma ci troviamo alla fine ad uno scontro tra l’ ethical investing contro il traditional investing
Ciò che riguarda il metodo ESG però può portare le compagnie a fare modifiche delle loro metodi di produzione e gestione, portandole addirittura ad essere in vantaggio rispetto alla legislazione che cambierà nel futuro.
Gli stessi clienti sono anche più portati a comprare prodotti etici quando ne sono a conoscenza.
CBDC - DCEP Digital Yuan
Sono arrivate. Eppure non sono lontani i tempi in cui noi sostenitori della criptovalute siamo stati dileggiati, sputati, insultati, chiamati ladri evasori e riciclatori di denaro sporco. E poi, passa qualche tempo e ti ritrovi le criptovalute di stato e le banche vendono e comprano bitcoin.
OK.
Vabbè è sempre così.
Ma andiamo a parlare della prima criptovaluta di stato autorizzata, ovvero il Digital Yuan o DCEP, che sarà sicuramente un bell’attrezzo nelle mani della politica economica cinese.
Dcep è l’acronimo di Digital currency electronic payment e sarà una national digital currency, ovvero una valuta nazionale digitale, ovvero una forma digitale di valuta FIAT.
Proprio nella sua forma digitale, una delle missioni del Dcep è la sostituzione della moneta fiat cartacea, praticamente quello di cui sentiamo parlare riguardo all’ abolizione del contante per portarti ad una società definibile cashless. Va specificato che al momento in Cina i pagamenti digitali con app come WeChat sono la normalità e il cambiamento non sarebbe così drastico come nelle società europee.
Entriamo nei dettagli dello Yuan Digitale.
Questo sarà creato dalla PBoc People Bank of China, sarà una valuta centralizzata e non sarà minabile ne potrà messa in stake. Al momento della creazione di questo video il sistema è in fase di testing ma nei piani del governo cinesi c’è la volontà di raggiungere la piena operatività e sostituire il denaro cartaceo entro il 2022. E sono sicura che ci riusciranno.
La sistema blockchain su cui girerà la moneta si chiama Chinas Blockchain Service Network BSN ed è gestito da un agenzia del governo cinese che inoltre gestisce alcune tra le maggiori aziende statali di telecomunicazioni come China Telecom e China unicom. Il BSN è studiato per essere di facile utilizzo e potervi sviluppare e operare nodi e applicazioni sul blockchain.
Al momento della scrittura dell’articolo il digital yuan è accettato solo in alcune catene in Cina, ma il governo ha emanato un decreto in cui obbliga tutti i commercianti che accettano pagamenti digitali come AliPay e WeChat ad accettare anche il Dcep. Anche questi giganti del mondo tech si stanno muovendo a razzo per far si che la moneta sia compatibile con i loro sistemi di pagamento. In breve tempo il Dcep diventerà la digital currency più usata al mondo.
Infatti anche il suo utilizzo pratico è orientato alla sua diffusione. Infatti usa il sistema NFC, che non richiede che il vostro cellulare sia connesso ad internet durante il trasferimento, questo fa si che possa essere usata anche in aree senza connessione. Non richiede nemmeno che il suo wallet sia collegato ad un conto bancario.
Pensate a tutte quelle persone nel mondo che non hanno un accesso alle banche, non solo in Cina ma anche in tutti i paesi africani.
Queste persone potranno usare senza problemi il digital yuan.
Il Dcep costruito sul blockchain e con tecnologia criptografica è studiato per diffondersi come metodo di pagamento nel mondo, aumentando a dismisura la circolazione dello Yuan e andando a concorrere con il dollaro statunitense come valuta mondiale.
La Cina vuole diventare indipendente dal Dollaro, proteggendosi da possibili sanzioni e da guerre dei dazi.
Con il digital Yuan non abbiamo solo una sistema di pagamento ma un sistema di influenza geopolitica, che trasformerà il mondo per come lo conosciamo.
Sono sicuro che nel giro di breve tempo vedremo valute simili sviluppate anche da Stati uniti e Unione europea.
Va specificato che il Dcep è ben diverso da Bitcoin, dato che è totalmente centralizzato e in mano ad un governo. Questo darà la completa tracciabilità dei pagamenti, impedendo se possibile il riciclaggio di denaro e i pagamenti in nero.
Sarà l’ ennesimo strumento di controllo dei cittadini in mano dello stato.
Monero
Oggi ci dedichiamo ad una cripto coin che punta tutto sulla privacy. Parliamo di Monero.
Monero è considerata una Private decentralized crypto currency, una coin decentralizzata che fonda il suo essere sulla privacy e non sull'anonimità.
Bisogna infatti definire questi due diversi concetti.
Il concetto di Privacy nelle criptovalute si basa sul fatto che tu come utente non vuoi che altri soggetti, sappiano cosa tu stai facendo.
L’ Azione che fai deve essere sconosciuta, ma l’ identità di chi la compie è pubblica.
Anonimità al contrario significa che non interessa se altri utenti sanno cosa stiamo facendo, ma questi utenti non sanno chi lo sta compiendo queste azioni.
In questo caso abbiamo Azioni pubbliche e Identità sconosciute.
Se prendiamo ad esempio la più famosa criptovaluta del mondo, ovvero Bitcoin, scopriremmo che essa non è privata.
Le azioni fatte dagli utenti sono Totalmente visibili sulla blockchain ma le identità sono anonime.
In realtà parzialmente anoninime, o meglio pseudonime.
Monero invece è una cripto privata che non espone chi invia denaro, quanto ne invia e a chi.
Le transazioni sono intracciabili e non indicabili i soggetti che ne beneficiano.
Non si può comprendere da chi è partita la transazione ne collegarle con altre.
Il primo pensiero di tutti molto spesso è che con coin del genere, solo i Criminali possono beneficiarne. Ma non è assolutamente vero.
Monero è stata creata per coloro che vogliono mantenere la propria privacy e sicurezza personale, per coloro che non vogliono farsi tracciare dai big data delle grosse aziende dell’era di internet nei loro comportamenti abitudinari.
Monero è un ottimo modo anche per coprire la presenza di un grosso accumulo personale di btc che potrebbe essere assalito.
Monero ha un possibile utilizzo anche per le predizioni di mercato.
Se conoscessimo gli indirizzi degli exchange, potremmo monitorare le quantità di coin che entrano ed escono da questi indirizzi, usando queste informazioni per creare strategie long o short in base alle nostre analisi.
Monero poi risolve la Questione della fungibilità di una moneta tracciabile.
Ogni moneta o banconota, nel mondo reale, è uguale all’altra e non deve essere di tuo interesse da dove questa arrivi.
Sappiamo da molti articoli di giornale che parte delle banconote che maneggiamo per comprare il pane, possono contenere traccie di droga oppure essere state usate per comprare altri materiali illegali.
Però Nella blockchain di bitcoin si può tracciare il percorso di ogni coin fin dalla creazione, quindi potrebbe accadere che qualche agenzia governativa bussi alla vostra porta in caso di qualche indagine.
Tutto ciò è Pura astrazione ma chi lo sa, in teoria può accadere ed è per questo che esistono i bitcoin vergini.
Una coin completamente privata come Monero ha una completa fungibilità al pari del 50 euro appena uscito dal bancomat e non ha questo problema.
Le differenza tra altre coin private come Zcash e Dash è che queste offrono l’opzione di transazioni private mentre Monero offre solo transazioni private.
Il protocollo di monero funziona offuscando le tre parti della transazione.
Quindi Chi invia, chi riceve e l’ammontare totale della transazione.
Il sistema è creato per oscurare chi invia denaro tramite un sistema chiamato ring signatures.
cCi fa una transazione ha la propria firma mischiata con firme di transazioni precedenti creando confusione e impossibilità a rintracciare l’ indirizzo di partenza della transazione.
L’ammontare spedito è offuscato tramite il Ring C T o Ring Confidential Transaction, dove chi invia spedisce solo un piccolo pezzettino di informazione e questa è abbastanza per verificare che l importo sia legittimo.
Non entro nei dettagli tecnici poiché molto complicati, ma potete trovare tutto sul sito ufficiale di monero.
Chi riceve la transazione viene protetto dai cosidetti Stealth Adress, infatti quando si invia ad un indirizzo pubblico, nella realtà io sto inviando ad un altro indirizzo di uso unico che è derivato dal mio indirizzo pubblico.
Questo crea una separazione tra indirizzi e solo la mia private key potrà usare i fondi inviati al mio indirizzo.
Monero è una blockchain Proof of work e CryptoNight è il suo algoritmo.
Monero è ancora minabile non solo da pc molto potenti ma da pc di uso normale e non vi una quantità limite alla creazione di coin.
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Paradisi Fiscali
Oggi ci sdraiamo al sole in pieno relax e parliamo di paradisi fiscali.
Un paradiso fiscale è fondamentalmente un paese a bassa o nulla tassazione per aziende o persone fisiche residenti.
Sono considerabili rifugi da stati che hanno tassazioni esagerate.
Generalmente il sistema bancario permette di compiere transazioni che sono coperte dal segreto bancario e la gestione amministrativa per la creazione di società è molto rapida e snella.
Va compreso che se esistono i paradisi fiscali, da qualche parte devono esistere degli inferni fiscali.
I Paradisi fiscali sono legali? Si.
I paradisi fiscali sono giusti? Dipende da quale è il nostro punto di vista, che è ovviamente legato esclusivamente ad aziende che operano in settori legali.
Se guardiamo alle grosse cifre che vengono tolte agli stati ad alta tassazione, è chiaro che i paradisi fiscali sono un qualcosa di ingiusto.
I paesi come Panama non hanno le necessità e le spese dei normali paesi europei.
Le aziende che operano in paesi ad alta tassazione usufruiscono dei servizi statali di questi paesi e quindi dovrebbero remunerarli.
Dall’ altro punto di vista però è comprensibile che un paese a bassa o nulla tassazione dia all’azienda un vantaggio competitivo dato il risparmio di denaro dalla tassazione, denaro che può essere riutilizzato in ricerca e sviluppo, stipendi più alti, bonus e tutto ciò che serve per azienda e dipendenti.
Un altro spunto interessante da comprendere è che oramai nel mondo della globalizzazione è in atto una competizione tra stati nazione.
Ci sono stati che sono amministrativamente più amichevoli con le aziende, che offrono maggiori vantaggi e che spingono le aziende a mettere li le loro sedi.
Posti come il Lussemburgo, l’ Olanda o l’ Irlanda hanno capito questa dinamica e ne hanno costruito un vantaggio competitivo.
Altri paesi invece, che hanno sistemi statali welfare inefficienti e costosi, sono costretti a iper tassare i propri cittadini.
Nel mondo odierno, dove la competizione è sempre più forte e molte barriere sono state distrutte, è comprensibile che ogni vantaggio competitivo sia da usare.
Gli stati e i governi che non lo comprendono sono destinati a rimanere indietro nel panorama internazionale e con essi le loro economie e la prosperità dei loro cittadini.
Essere più inclini a favore le aziende abbassando le tasse e la burocrazia, migliorando e diminuendo la macchina statale, potrebbero essere la soluzione ideale per far si che non esistano più i paradisi fiscali.
Cosa sono i BTP e i Titoli obbligazionari italiani
Oggi diventiamo un po’ meno asini e andiamo a parlare dei vari tipi di obbligazioni emesse dallo stato Italiano con una visione nel dettaglio su cosa sono i BTP, l’emissione più conosciuta e diffusa.
Una delle emissioni a più breve scadenza sono i BOT o buoni ordinari del tesoro che hanno durata di 3 o 6 o 9 o 12 mesi.
Il rendimento è dato dalla differenza tra prezzo di acquisto e valore di rimborso poiché sono emessi solitamente sotto valore 100 che è il valore di rimborso a scadenza.
Dopo di che abbiamo i CCT o certificati di credito del tesoro, che hanno durata di 7 anni ed emettono cedole semestrali.
CTZ o certificati del tesoro a zero coupon.
Hanno una durata dai 18 ai 24 mesi e non prevedono alcuna cedola quindi sono emessi sotto la pari.
Anche comuni, province o Regioni possono emettere obbligazioni e si chiamano BOC buoni obbligazionari comunali
BOR buoni obbligazionari regionali e BOP buoni obbligazionari Provinciali.
Però l’ emissione italiana più diffusa oggi è il BTP.
BTP è l’acronimo di Buoni del Tesoro Poliennali.
I BTP sono una delle diverse obbligazioni emesse dallo stato italiano.
Queste obbligazioni hanno scadenze superiori ai 12 mesi e sono emesse dal Ministero dell’Economia e delle finanze.
La loro durata è di vari anni e può essere di 3, 5, 6, 10, 15, 20, 30 e 50 anni .
I BTP italiani pagano ai possessori cedole semestrali, ovvero interessi.
I BTP vengono venduti, il termine corretto è collocati, tramite aste organizzate dal Ministero ogni circa 2 settimane. A queste aste, negoziate sul mercato generale dei titoli di stati, partecipano gli attori istituzionali e commerciali del mondo della Finanza, come banche italiane e straniere e per somme superiori ai 2, 5 milioni di euro.
Per somme più basse e con lotti minimi di 1000 euro invece la negoziazione avviene sulla piattaforma MOT dedicata la trading obbligazionario italiano.
Il valore nominale di un BTP è pari a 100 all emissione.
Ovviamente i BTP possono essere acquistati anche dopo la loro emissione sul mercato secondario.
I BTP sono emessi ad un prezzo nominale di 100 ma il valore può oscillare ad un prezzo superiore o inferiore nel corso del tempo dovuto al rischio percepito riguardo all’ emittente.
Questa è una cosa che fa parte del mondo della finanza, si applica a tutte le emissioni obbligazionarie.
Il prezzo dell obbligazione viene anche influenzato dai tassi delle emissioni successive e dalla loro vita residua.
Se avessimo delle emissioni successive con rendimenti superiori, la nostra obbligazione “vecchia” risentirebbe del rendimento inferiore e quindi perderebbe valore.
Va ovviamente sottolineato che il prezzo tenderà a scendere dopo lo stacco della cedola.
Ovviamente queste obbligazioni come tutti i prodotti finanziari, sono tassati per il cittadino italiano.
In questo caso la tassazione è del 12,5 per cento contro il 26 per cento dei normali prodotti finanziari.
Affittare o comprare casa?
Affittare o comprare? Comprare o affittare?
Ma l'affitto è davvero un completo buttare via soldi?
Infatti la domanda che molti si pongono è “perchè pagare l’affitto al proprietario di casa se posso direttamente pagare per la mia casa?”
Per rispondere a questa questione dobbiamo partire dal principio della questione e analizzare la situazione un pezzo per volta.
E l' unica cosa che ha senso fare è analizzare la problematica sul lungo periodo.
Prima di tutto, affittare una casa non è buttare soldi nel camino, ma significa avere l'uso di un bene, in questo caso una casa o un appartamento.
State pagando l'uso di uno spazio che per voi non ha un valore nel futuro. Questo concetto è basilare, il valore nel futuro.
Quando compri una casa ,e nella quasi totalità dei casi la stai comprando a debito, stai prendendo in prestito soldi invece di una proprietà e quindi paghi il debito in primis, e poi gli interessi per l’ utilizzo di questa liquidità.
Va sempre ricordato che i soldi che hai preso in prestito oggi vengono usati per comprare un assett che si spera salga di valore domani.
Va anche considerato che quando la banca ti fa un prestito, non sempre hai tutta la liquidità necessaria dato che non tutte le bance erogano prestiti al 100%.
Quindi dovrai avere un posto dove vivere per questo periodo.
Un altro punto di cui bisogna essere certi è cosa ci si aspetta nel breve periodo.
Se lavorate in un azienda che vi manda in giro per il mondo, ha senso comprare una casa? Se cambiate spesso lavoro e città di lavoro, ha senso comprare una casa?
Essere possessori di una casa quando si decide di mettere radici e creare una famiglia è bellissimo, ma vanno considerate tutte le spese che una proprietà comporta, quindi tasse di possesso, tasse di acquisto, tasse di scrittura, eventuali rotture di parte della casa, controlli da fare alla casa, spese di gestione e servizi senza dover parlare delle bollette di casa.
Chi è in affitto invece ha solo il costo dell 'affitto, un’ assicurazione, spese condominiali e le bollette.
E una possibilità molto più facile di muoversi se la zona va peggiorando o la convivenza coi vicini diventa impossibile.
Ricordate che le necessità e i bisogni cambiano col passare degli anni, soprattutto se la famiglia si allarga con uno o due bambini. Comprare una casa per due persone e poi doverci vivere in 4 non è facilissimo ma viverci 35 o 40 anni è sicuramente economicamente più valido che vivere in affitto lo stesso tempo, soprattutto perché dopo 40 anni sarete possessori di un immobile che avrà un valore.
Ma pensate a quante cose possono cambiare o andare storte in 40 anni, pensate alla percentuale di divorzi del vostro paese.
La questione è difficilmente affrontabile a livello generale poiché ognuno di noi ha idee, modi di vivere e aspettative del futuro diverse.
Il mercato immobiliare è un mercato che deve essere studiato e compreso come ogni mercato e che è soggetto a delle fluttuazioni di prezzo.
Vanno considerati molti fattori personali prima di prendere la decisione definitiva.
Comprare una casa è semplice, molto più difficile è doverla vendere.
Sempre senza cadere nella trappola del debito.
Diversificazione
Oggi capiremo come funziona la diversificazione.
La diversificazione è una strategia di investimento per abbassare il fattore di rischio sui mercati e riguardo l’economia globale.
Dovete sempre ricordare che le azioni o le obbligazioni che comprate sul mercato sono emesse da aziende che lavorano, producono, corrono rischi e fanno degli errori.
Solo chi non fa nulla non sbaglia mai.
Questi rischi errori possono essere di vario genere, dal livello amministrativo a gestione aziendale oppure possono cambiare le situazioni o le leggi che delineano le corrette policy riguardo le aziende in un determinato territorio. Molti di queste problematiche sono comprensibili con una visione di lungo termine, ma molto spesso capita che i problemi cadano dal cielo improvvisamente.
Quindi una strategia di buon senso potrebbe essere di non mettere tutte le uova in un solo paniere, ma di avere i vostri soldi investiti in varie compagnie, in maniera tale che un attacco ad una compagnia non vi faccia perdere tutti i vostri soldi.
Questo serve a ridurre il rischio del portafoglio.
Questo genere di strategia funziona al meglio solo quando gli acquisti fatti non sono correlati.
Una posizione correlata significa che un asset finanziario viene influenzato nella crescita o discesa del prezzo, a causa della crescita o salita del prezzo di un altro asset finanziario. Per prendere un esempio, pensate al valore dell’ oro e al valore delle azioni minerarie, oppure al petrolio e alle azioni delle aziende petrolifere.
Se volete capire se i vostri investimenti non sono correlati cercate qualche tool su internet che vi possa aiutare.
Un buon metodo generale per diversificare è investire in diverse industrie in diversi settori.
Dato che ogni settore incontra diversi e univoci rischi. Stesso discorso vale per quando ragioniamo a livello di paese o continente. Diversi paesi hanno diversi rischi e problemi
La globalizzazione ci ha aiutato nella possibilità di investire i nostri soldi nei diversi paesi del mondo, ma questo ha fatto si che aumentasse la correlazione tra le varie aziende anche di continenti diversi, basta pensare a come solo legate le aziende occidentali alle forniture di materie prime e semilavorati dall’ Asia.
Diversificare non è una strategia semplice e veloce, il contrario.
Bisogna passare molto tempo a studiare le varie problematiche e poi studiare le varie aziende che ci possono interessare.
Creare un portafoglio senza rischi è quasi impossibile ma fattibile.
Bisognerà poi stare attenti ai costi di creazione del portafoglio data la quantità di posizioni che potremmo aprire.
Gli ETF sono una buona scelta, ma questo è un vostro compito.
Studiare e scegliere il meglio per voi e la vita finanziaria della vostra famiglia.
Ricordate di non incappare in una falsa diversificazione comprando assett diversi ma che poi hanno lo stesso sottostante.
Ricordate sempre che il vostro obbiettivo è la salvaguardia del conto, evitare grossi cali nel suo valore e limitare la volatilità controllando il rischio.
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Junk Bond o Titoli spazzatura
Junk Bond.
Strano termine ascoltato al telegiornale, distrattamente, prima di sedersi a tavola. Di cosa si tratta?
Bond significa obbligazione o titolo di credito.
Il termine junk in inglese sta per spazzatura, qualcosa che andrebbe buttato nella pattumiera.
Ma quando andiamo a parlare di junk bond, titoli spazzatura, al momento stiamo parlando di qualcosa molto “popolare”.
Con junk bond andiamo a parlare di titoli ad alto rendimento, un rendimento dato dal loro alto rischio. Va compreso che più è alto il rischio di prestare denaro ad un azienda od ad un paese che potrebbero essere insolventi, maggiore deve essere il rendimento per il prestatore, rendimento definito con il termine inglese high yield.
Quando andate a prestare soldi a compagnie rischiose comprando i loro titoli, entrate in un business rischioso.
Infatti queste compagnie possono essere in alcuni business o settori economici rischiosi oppure hanno solo troppi debiti dati da malagestione o momenti di crisi. investendo in questo rischio finirete per avere dei grossi interessi alla fine di ogni anno o mese, in base allo strumento scelto.
Purtroppo però se queste compagnie sono malamente gestite potreste avere qualche piccola soddisfazione economica all'inizio per poi finire col perdere il vostro capitale.
Nel caso in cui invece queste aziende siano egregiamente gestite, avrete un ottimo rendimento per poi riavere indietro tutti il vostro investimento.
Le compagnie definibili High Yields creano bonds che sono rischiosi e quindi vengono considerati con un rating molto basso ,quindi con un rendimento molto alto.
Al contrario i cosidetti bond investment grade che hanno un punteggio di rating molto buono hanno un rendimento più basso.
Ma cosa vuol dire Yield ovvero rendimento?
Vediamo come funziona il rendimento di un titolo di debito come un bond aziendale normale, non stiamo parlando di Junk Bond e le cifre qui inserite sono a titolo di esempio.
Ipotizziamo che Luca compri un obbligazione da 100 euro della GoGA srl, con un rendimento annuale del 5%.
Quindi Luca presta 100 euro, e in cambio ha un pezzo di carta che dice che lui ha prestato 100 euro alla GoGa e che a fine anno a scadenza del bond riceverà 100 euro più 5 euro di interessi.
I 5 euro di interessi sono il guadagno sul prodotto finanziario e quindi sono definiti il coupon yield su questo bond.
Ma cosa succede se Luca decide di vendere il bond prima della sua scadenza:
Nel caso vendesse il bond ad un prezzo inferiore a 100(che è il prezzo base di ogni bond), ipotizziamo 95. Vende il bond a Marco.
Marco porta a scadenza il bond e quindi riceve dall' azienda 105, quindi il rendimento di marco diventa 10 e non più 5 come nel caso di Luca alla discesa del prezzo del bond, il yield cresce.
Al contrario, nel caso Marco compri il bond a 101, il suo rendimento sarà di soli 4, con una diminuzione dello yield.
Questa è la base di come lavora lo yield.
Airdrop e Bounty
SOLDI GRATIS!!!
Sono sicuro di avere la tua attenzione ora. E si, Airdrop e Bounty sono soldi gratis, beh quasi.
Cosa sono questi due termini e cosa nascondono?
Sono ne più ne meno un metodo per fare pubblicità nel mondo delle crypto.
Partiamo dall‘airdrop o lancio dall’aereo di token a pioggia, infatti un Airdrop non è altro che un invio di token a pioggia su una serie predisposta di indirizzi.
Generalmente gli airdrop vengono realizzati tramite una iscrizione ad alcuni form, dove nei casi più semplici semplicemente si inseriscono mail e indirizzo ethereum fino a casi più complicati dove addirittura si chiede un KYC.
I bounty invece sono una versione che possiamo definire più complicata di airdrop.
Si chiede all’utente un’ azione social o di promozione più articolata e complessa, per una maggiore quantità di token.
Esempi possono essere scrivere un articolo o creare un video, oppure controlli del software e via scorrendo
Il limite è solo la fantasia dei creatori pubblicitari.
Dividendi
Oggi andiamo a parlare di cosa sono i Dividendi e perché ci piacciono così tanto.
I dividendi sono dei fondi, dei soldi, che le aziende danno a coloro che possiedono le loro azioni.
Generalmente non si parla di cifre per azione molto grandi, ma avendo tante tante azioni la cifra comincia ad essere interessante.
Infatti possedere questo genere di azioni porta ad avere un extra cash flow nel nostro conto.
Il guadagno non c'è solo con acquisto e vendita delle azioni ma anche possedendo queste azioni che pagano dividendi.
Ora , il primo pensiero che ci viene in mente è che un portafoglio azionario può essere fatto di sole azioni che pagano dividendi, ma bisogna stare molto attenti.
Infatti è una buona strategia che però ha delle problematiche intrinseche.
Teoricamente le aziende pagano dei dividendi quando pensano che non possono aumentare i loro guadagni reinvestendo nell’ azienda.
Molto spesso i dividendi sono usati come uno strumento in mano alle aziende per remunerare parte del direttivo e parte degli stakeholder aziendali.
Questo è il motivo per cui i dividendi vengono pagati più facilmente da aziende che sono sul mercato da tempo e non da aziende nuove che necessitano di reinvestire in loro stesse o che non hanno nemmeno questa liquidità.
Anche il settore delle varie aziende ha un ruolo nel pagamento dei dividendi.
Alcuni settori sono più propensi come il settore energetico e petrolifero, in cui solo più facili da creare contratti a lungo termine con Stati sovrani, con grossi e certi flussi di cassa.
Queste sono operazioni stabili in un mercato "lento".
Le aziende della new economy invece lavorano in un mercato molto veloce, molto più fluido e con grossi cambiamenti tecnologici che non si presta.
I dividendi possono essere un ottima soluzione per gli income investors, ovvero coloro che investono per ricevere denaro nel loro portafoglio.
La gestione del rischio delle azioni con dividendo è leggermente diversa dalle altre.
Infatti si è portati a pensare che le aziende che danno dividendi siano più disciplinate dando un senso di sicurezza all’ investitore.
Lo stesso investitore in questo modo ha una gestione che può essere semplificata avendo un ritorno annuale certo.
Una delle possibili strategie attuabili con i dividendi è di reinvestirli a loro volta in altre azioni che pagheranno altri dividendi e così via via per gli anni a venire.
C’è da dire che avere un portafoglio di soli dividendi è una idea interessante, ma dobbiamo anche capire che per avere cifre interessanti dovremo immobilizzare una cifra importante sul mercato azionario, che è notoriamente rischioso e volatile.
Le azioni possono avere crolli e le aziende possono commettere errori che le possono portare ad eliminare i dividendi.
Il mercato purtroppo non apprezza questa mossa e l’ azione di quella azienda potrebbe subire un ulteriore crollo.
Le azioni con dividendi sono interessanti ma non bisogna abusarne.